LA
LEGGENDA
DELLA TORRE DI ESINO / luglio 2012
Esino Lario (Lecco)
C'era una volta...
...una ragazza che si
chiamava
Stefania.
Stefania abitava con sua nonna in un paese lontano. Un giorno la nonna,
sentendo che stava per morire, la chiamò a sè e le diede una collana:
"Questa collana è magica, e ti proteggerà in caso di pericolo", poi
chiuse gli occhi e si spense.
Ora che era rimasta sola, Stefania non sapeva più dove andare, e
accettò l'invito di una signora gentile che le propose di andare ad
abitare a casa sua.
Ben presto però Stefania si rese conto che di notte la signora si
trasformava in una strega, che volava su di una cavalletta gigante
facendo malefici.
Spaventatissima Stefania decise di scappare.
Portata dagli uccelli riuscì a volare fuori dalla sua finestra e poi
nel cielo, lontano lontano fino ad arrivare alla Torre di Esino.
La torre era ricoperta di vegetazione, ma le bastò lanciare la collana
della nonna perchè magicamente i rovi si aprissero, lasciandola entrare.
Stefania restò nascosta nella Torre per molti anni.
Ogni giorno scriveva dei biglietti in cui chiedeva aiuto e delle
coccinelle, volando, uscivano dalle strette finestre della Torre
portando i suoi messaggi. Ma per non farsi scoprire dalla strega, i
messaggi erano scritti nella lingua delle coccinelle, e nessun uomo era
capace di leggerli ed andare in soccorso di Stefania.
Finchè un giorno, il principe di un paese lontano ricevette il
messaggio di Stefania, arrotolato intorno ad una conchiglia magica.
Egli era l'unico al mondo che fosse in grado di capire cosa ci fosse
scritto, e immediatamente partì.
Fece un lunghissimo viaggio a cavallo, e finalmente raggiunse la Torre
di Esino. La porta era sbarrata e i muri ricoperti di edera e rovi.
Dopo un lungo cercare, trovò finalmente un passaggio segreto, una buca
nel terreno che portava dritto dritto all'interno della Torre. Entrò
nel buco e i Saltamartini, amici di Stefania, si misero a guardia
all'ingresso per proteggerlo.
Quando lo vide Stefania lo abbracciò e ordinò ai Saltamartini di uscire
dai buchini nei muri portando la conchiglia magica: dovevano infilarla
dentro la bocca della faccia che era disegnata sul muro della Torre,
sotto all'ingresso. Immediatamente la porta si aprì e Stefania gettò a
terra la collana magica della nonna per far ritirare la vegetazione al
loro passaggio.
Ma in quel momento arrivò la strega, che aveva seguito il principe.
"Finalmente ti ho trovata!" disse la strega cattiva. Ma i Saltamartini
iniziarono a sparare dai loro mortai di ferro i fiori scoppiettanti (le
Silene Vulgaris), mentre una farfalla, volando, spargeva una polvere
magica che toglieva i poteri alla strega cattiva.
Il principe allora lanciò il suo freesbe distraendo la strega e
nonappena questa si voltò a guardare il fresbee, la colpì al cuore con
un bastone a forma di lancia che aveva trovato nel bosco, e la uccise.
Il freesbe, tornando indietro, tagliò una ciocca di capelli della
strega: nonappena i capelli toccarono il suolo, svanirono tutti i
malefici della strega, liberando le cavallette e i Saltamartini
dall'incantesimo che li tenevano prigionieri, e facendoli tornare
esseri umani.
Stefania e il principe si sposarono, e il simbolo della loro unione
divenne la conchigia magica.
E vissero tutti felici e contenti.
Questa storia è stata scritta e disegnata da
Francesca, Giorgia, Martina, Tommaso, Davide, Alessia, Micaela, Chiara,
Beatrice
a partire da un'esplorazione della Torre di Esino Lario
E' stata portata in scena da Antonio Takhim
con la collaborazione di Cooperativa Brig